Galleria Tommaso Calabro
Piazza San Sepolcro 2
20123 Milano
info@tommasocalabro.com
+39 0249696387
"Stavo quasi per passare oltre a un gruppo di quelli che lo spazialista italiano Mario Deluigi chiamava 'grattages', monocromi che secondo la galleria milanese fanno il loro debutto a New York. È facile fraintenderli - possono sembrare delle tappezzerie - ma fortunatamente un po' di istinto mi ha fatto tornare indietro e ho scoperto che sono di una bellezza quasi sconvolgente. Ricoperti da intricate reti di piccoli graffi bianchi, offrono paesaggi stellari, disegni di caverne, lana incandescente di pecore primordiali e motivi che ricordano la calligrafia o cerchi di ballerini alla Matisse".
"Continua la ricerca di un giovane gallerista milanese, veramente capace e tenace, Tommaso Calabro, sui protagonisti di quel mondo di artisti, separati e isolati rispetto al corso dominante dell'arte contemporanea. Esemplare, in questo senso, appare, dopo una piccola mostra su Leonor Fini, la proposta di Calabro del sommerso e dimenticato Stanislao Lepri. [...] La laboriosa ricerca di una galleria privata ci consente di tornare a riflettere sulla sostanza dei sogni di Lepri, dotato di una fantasia sorprendente che si manifesta in una varietà iconografica senza precedenti nella pittura del Novecento. Lepri è un pittore sommamente esoterico e curioso del lato oscuro della nostra coscienza e della consistenza onirica del nostro rapporto con la realtà. Ma la realtà esiste o è determinata dal nostro stato d'animo e dai nostri sogni? Lepri rimette tutto in discussione. [...] Una fantasia irriducibile, fra rinoceronti e gatti, in tempi apocalittici in cui gli dei se ne vanno lasciando un'umanità di disperati. Ma c'è ancora speranza finché sopravvive un creatore d'angeli, generoso e solenne."
Le immagini della nostra mostra passata "Casa Iolas. Citofonare Vezzoli", curata da Francesco Vezzoli nel 2020-2021, sono sull'ultimo numero di Flash Art Italia.
In occasione della mostra "VITA DULCIS. Paura e desiderio nell'Impero Romano" presso Palazzo delle Esposizioni a Roma, Francesco Vezzoli conversa con Francesco Stocchi sulle sue scelte e la sua visione come curatore.
“Nove giganti in abiti color arcobaleno marciano in fila indiana. La processione ha un qualcosa di enigmatico: chi sono questi personaggi sovradimensionati? Sono i partecipanti di un triste Pride, senza carri o parate festose? Da cosa fugge il popolo rappresentato ai loro piedi?”
Dipinta nel 1970, l'opera, dal titolo evocativo "Les dieux s'en vont" (Gli dei se ne vanno), è stata realizzata da Stanislao Lepri (1905-1980), estroso aristocratico e diplomatico italiano, la cui opera viene riscoperta in una mostra a Milano. Liberatosi dalle catene della sua condizione sociale, abbandona la carriera politica e diventa pittore, sostenuto dalla sua compagna, l'artista Leonor Fini. Le sue tele strane e ambigue creano un mondo oscuro e onirico. “La sua fantasia non è mai gratuita: originata dal suo io più profondo, incontra l’inconscio collettivo del nostro tempo e ci restituisce le nostre stesse ansie, addolcite da una sorridente ironia e da una tollerante saggezza”, ha detto Constantin Jelenski, letterato polacco e terza figura del ménage à trois di Fini. La sua libertà sessuale, così come quella artistica, non ostacolata da dogmi o certezze, lo rese un pioniere dell'avanguardia."
"Stavo quasi per passare oltre a un gruppo di quelli che lo spazialista italiano Mario Deluigi chiamava 'grattages', monocromi che secondo la galleria milanese fanno il loro debutto a New York. È facile fraintenderli - possono sembrare delle tappezzerie - ma fortunatamente un po' di istinto mi ha fatto tornare indietro e ho scoperto che sono di una bellezza quasi sconvolgente. Ricoperti da intricate reti di piccoli graffi bianchi, offrono paesaggi stellari, disegni di caverne, lana incandescente di pecore primordiali e motivi che ricordano la calligrafia o cerchi di ballerini alla Matisse".
Le immagini della nostra mostra passata "Casa Iolas. Citofonare Vezzoli", curata da Francesco Vezzoli nel 2020-2021, sono sull'ultimo numero di Flash Art Italia.
In occasione della mostra "VITA DULCIS. Paura e desiderio nell'Impero Romano" presso Palazzo delle Esposizioni a Roma, Francesco Vezzoli conversa con Francesco Stocchi sulle sue scelte e la sua visione come curatore.
“Nove giganti in abiti color arcobaleno marciano in fila indiana. La processione ha un qualcosa di enigmatico: chi sono questi personaggi sovradimensionati? Sono i partecipanti di un triste Pride, senza carri o parate festose? Da cosa fugge il popolo rappresentato ai loro piedi?”
Dipinta nel 1970, l'opera, dal titolo evocativo "Les dieux s'en vont" (Gli dei se ne vanno), è stata realizzata da Stanislao Lepri (1905-1980), estroso aristocratico e diplomatico italiano, la cui opera viene riscoperta in una mostra a Milano. Liberatosi dalle catene della sua condizione sociale, abbandona la carriera politica e diventa pittore, sostenuto dalla sua compagna, l'artista Leonor Fini. Le sue tele strane e ambigue creano un mondo oscuro e onirico. “La sua fantasia non è mai gratuita: originata dal suo io più profondo, incontra l’inconscio collettivo del nostro tempo e ci restituisce le nostre stesse ansie, addolcite da una sorridente ironia e da una tollerante saggezza”, ha detto Constantin Jelenski, letterato polacco e terza figura del ménage à trois di Fini. La sua libertà sessuale, così come quella artistica, non ostacolata da dogmi o certezze, lo rese un pioniere dell'avanguardia."
"Continua la ricerca di un giovane gallerista milanese, veramente capace e tenace, Tommaso Calabro, sui protagonisti di quel mondo di artisti, separati e isolati rispetto al corso dominante dell'arte contemporanea. Esemplare, in questo senso, appare, dopo una piccola mostra su Leonor Fini, la proposta di Calabro del sommerso e dimenticato Stanislao Lepri. [...] La laboriosa ricerca di una galleria privata ci consente di tornare a riflettere sulla sostanza dei sogni di Lepri, dotato di una fantasia sorprendente che si manifesta in una varietà iconografica senza precedenti nella pittura del Novecento. Lepri è un pittore sommamente esoterico e curioso del lato oscuro della nostra coscienza e della consistenza onirica del nostro rapporto con la realtà. Ma la realtà esiste o è determinata dal nostro stato d'animo e dai nostri sogni? Lepri rimette tutto in discussione. [...] Una fantasia irriducibile, fra rinoceronti e gatti, in tempi apocalittici in cui gli dei se ne vanno lasciando un'umanità di disperati. Ma c'è ancora speranza finché sopravvive un creatore d'angeli, generoso e solenne."