Stanislao Lepri

Roma, 1905 – Parigi, 1980

Stanislao Lepri nasce a Roma nel 1905, all’interno della cosiddetta “nobiltà nera”. Come da tradizione di famiglia, percorre la carriera diplomatica, diventando Console italiano a Montecarlo e a Bruxelles. Nel 1942, incontra proprio a Montecarlo la pittrice italo-argentina Leonor Fini, che diventa la sua compagna e lo incoraggia a coltivare la sua passione per la pittura. Durante la Seconda guerra mondiale i due vivono insieme a Roma. Nel 1946, Lepri e Fini si spostano a Parigi, dove condividono un appartamento in Rue Payenne. In quel periodo, Lepri decide di abbandonare la politica e di diventare un pittore a tempo pieno. Nel 1952, dopo che Fini incontra il letterato polacco Costantin Jelenski, i tre iniziano una convivenza, un “ménage à trois” contro qualsiasi convenzione sociale, destinato a durare tutta la vita. Durante la sua carriera di pittore, Lepri espone i suoi lavori in Europa, a New York e al Cairo, lavorando con galleristi del calibro di Alexander Iolas e Jean Charpentier. Lepri lavora anche come scenografo teatrale e illustrator, illustrando ad esempio il Voyage aux États de la Lune di Cyrano de Bergerac. Nel 1950, disegna i costumi per L’Armida in scena a Firenze al Maggio Fiorentino.

Nelle sue opere, Stanislao Lepri da forma a un mondo magico, bizzarro e metafisico pervaso di una melanconia esotica, di poteri demoniaci e di figure fantastiche. I suoi dipinti parlano delle emozioni umane, delle paure più recondite e dei desideri attraverso un’ironia tagliente. Sono abitati da scheletri, figure incappucciate, gatti enormi, animali mostruosi, puttini nudi di reminiscenza rinascimentale, che possono appartenere a una favola tanto quanto a un incubo. Come molti dei Surrealisti, Lepri mostra come le certezze e i dogmi del passato abbiano ormai perso la loro validità e la loro universalità. Ciò che rimane sono le leggi invisibili e governanti del fato. Esse determinano l’esistenza delle sue figure, che vanno inevitabilmente incontro al loro destino. Nulla è come sembra e pertanto il pittore deve leggere oltre la superficie, creando visioni di un mondo extra-reale, un mondo surreale che giace oltre le apparenze. I dipinti di Lepri sono “ultramondi metafisici” dove l’artista rivela “l’incredibile, l’ambiguo, il contrario, la metafora oscura, l’allusione, l’astuzia, il sofismo” che pervadono il labirintico mondo moderno.

In Europa, dipinti di Stanislao Lepri sono nelle collezioni del Musée d’Art Moderne de la Ville di Parigi, della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e del Musée d’Art Moderne di Lodz in Polonia. Negli Stati Uniti, un’opera di Lepri, Banquet del 1945, è nella collezione del MoMa, donata al museo dai coniugi De Menil. L’opera fu inclusa nella famosa mostra XX Century Italian Art, tenutasi al museo dal 28 giugno al 18 settembre 1949, accanto a opere dei più grandi maestri italiani del Novecento, inclusi Carlo Carrà, Giorgio de Chirico e Giorgio Morandi. Banquet venne incluso anche nella mostra Paintings from the museum collection at MoMa, che celebrava il venticinquesimo anniversario della nascita del museo attraverso l’esposizione di quattrocento opere della collezione.

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Stanislao Lepri

"La sua fantasia non è mai gratuita: originata dal suo io più profondo, incontra l’inconscio collettivo del nostro tempo e ci restituisce le nostre stesse ansie, addolcite da una sorridente ironia e da una tollerante saggezza”. Constantin Jelenski

Stanislao Lepri

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