Mario De Luigi

Treviso 1901 – Venezia 1978

Mario De Luigi (che, come artista, si firmerà Deluigi) nasce a Treviso il 21 giugno 1901 da Eugenio Deluigi e Alceste Pasti, ultimo con la gemella Maria di undici figli. Diplomatosi nel 1925 al Liceo Artistico privato Rinaldo Contardo di Venezia si iscrive nello stesso anno all’Accademia di Belle Arti, dove segue il corso di pittura tenuto da Ettore Tito, cui l’anno dopo subentrerà Virgilio Guidi, figura importante nella formazione del giovane artista. Risale a questi anni l’inizio del rapporto di fraterna amicizia con l’architetto Carlo Scarpa, suo compagno di studi.

Nel 1926 compie il suo primo viaggio a Parigi, dove ritornerà nel 1937 in occasione dell’Esposizione Universale. Nel 1928 conosce Gino Severini con il quale instaura un rapporto di reciproca stima. Nello stesso anno inizia la sua attività espositiva partecipando con due dipinti alla XIX collettiva dell’Opera Bevilacqua La Masa e, nel 1930, espone per la prima volta alla Biennale di Venezia.

Nei primi anni trenta inizia ad occuparsi di arredamento e, insieme a Scarpa, nel 1931 realizza gli arredamenti per la casa di Ferruccio Asta, segnalati da Edoardo Persico in La Casa Bella.

Nel 1933, presentato da Guidi, partecipa alla collettiva “Cinque pittori veneti” allestita presso la Galleria del Milione di Milano. Negli stessi anni si interessa al mosaico, attività che continuerà per tutta la vita (nel 1932 presenta alla XVIII Biennale di Venezia, nella sezione Arti Decorative, Il bagno un mosaico a tessere vetrose, progettato e realizzato nel 1929 insieme a Scarpa).

Dopo un esordio di carattere accademico, Deluigi rimane affascinato dalla pittura luminosa di Guidi e dal tocco post-impressionista dei pittori “lagunari”.

Già intono al 1934 si interessa alla ricerca di un linguaggio espressivo ‘moderno’, ed è fra i pochi artisti in Italia ad avvicinarsi alle problematiche poste dalla ricerca cubista, aprendosi così a stimoli e suggestioni internazionali. Elabora una pittura caratterizzata dalla semplificazione plastica delle forme, rese con uniformi e nette campiture colorate, di cui esempio significativo è l’affresco, La scuola (1936) eseguito per l’università Ca’ Foscari. Affascinato dalla ricerca della plasticità delle forme, l’artista sperimenta negli anni trenta la scultura, e dal 1942 al 1944, sarà assistente di Arturo Martini all’Accademia di Belle Arti di Venezia. In questi anni Deluigi entra in contatto con l’ambiente culturale veneziano, in particolare con i poeti, Ugo Fasolo, Carlo Betocchi, Diego Valeri, Giacomo Noventa, i musicisti Bruno Maderna e Gian Francesco Malipiero, e con il gallerista Carlo Cardazzo.

Negli anni quaranta Deluigi elabora una pittura ancora legata a suggestioni figurative, definita fisiologica, dalle forme plastiche inserite in un contesto spaziale. Esempi di questa ricerca sono i monotipi che l’artista presenta nella sua prima mostra personale alla Galleria del Cavallino nel 1944 (dove terrà ancora personali nel 1953, 1956, 1957, 1961, 1973). Insieme a Carlo Scarpa e Anton Giulio Ambrosini, nel 1946 fonda la Scuola Libera di Arti Plastiche e, nello stesso anno, è chiamato a insegnare scenografia presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, dove resterà fino al 1971. Il contatto con le problematiche legate alla progettazione architettonica, e soprattutto il confronto con l’architetto Bruno Zevi, permettono a Deluigi di definire un suo personale concetto di spazio, inteso non come dimensione ma come condizione temporale del fare artistico. Nel 1946 ottiene un significativo riconoscimento al Premio Burano e nel 1947 vince il Premio Abano. Nello stesso anno tiene una personale alla Galleria del Naviglio a Milano (dove esporrà ancora nel 1951, 1955, 1958, 1964, 1972).

Dalla metà degli anni quaranta l’artista si orienta verso l’astrazione operando una graduale eliminazione della plasticità fisiologica delle figurazioni, aprendo e dissolvendo le forme in suggestioni cromatiche e luminose, che caratterizzano lo spazio con le loro sfumature. Emblematiche di questo particolare periodo sono le opere Amori (1948), che testimoniano la prima ricerca spaziale di Deluigi, che nel 1951 firma a Milano il Manifesto dell’arte spaziale, il Manifesto del movimento spaziale per la televisione (1952) e quindi Lo spazialismo e la pittura italiana nel XX secolo (1953). Partecipa alle mostre del gruppo spaziale, capitanato da Lucio Fontana e promosso da Carlo Cardazzo. In questi anni continua la sua riflessione sullo spazio, legato al colore e alla luce che diventerà il tema dominante della sua opera. La luce è concepita come un valore strutturale, non dipinta ma costruita all’interno del dipinto, mediante la creazione di segni incisi sulla superficie pittorica. È questa la tecnica del grattage che caratterizzerà tutta la sua futura produzione artistica, e che appare ben definita nelle opere esposte alla Biennale di Venezia nel 1954, chiamate Motivi sui vuoti. Nel 1955, in collaborazione con Anton Giulio Ambrosiani, progetta il mosaico per l’atrio della stazione centrale di Santa Lucia di Venezia.

Nel corso degli anni sessanta e settanta Deluigi continua la sua ricerca e tiene significative mostre personali, tra cui quella del 1966 alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia (presentazione di Giuseppe Mazzariol) e l’importante antologica allestita nella Sala delle Cariatidi del Palazzo Reale di Milano nel 1975 (presentato da Guido Ballo e Bruno Zevi). A Venezia, dal 1962 al 1970 insegna Addestramento alla visione al Corso Superiore di Disegno Industriale e, dal 1970 al 1978, Principi di Forma e Colore all’Università Internazionale dell’Arte. Partecipa a manifestazione artistiche nazionali e internazionali, tra cui si ricordano la Biennale di Venezia del 1930, 1932, 1948, 1950, 1952, 1954, 1962 (sala personale allestita da Carlo Scarpa, presentato da Carlo Cardazzo), 1968 (sala personale allestita da Carlo Scarpa, presentato da Guido Ballo), e le Quadriennali di Roma del 1959 e 1972.

Nel 1980 la Biennale di Venezia organizza una mostra retrospettiva di Deluigi nella chiesa di S. Stae, seguita da quelle organizzate alla Galleria d’Arte Moderna Ca’ Pesaro di Venezia nel 1991 e al Palazzo Regazzoni-Flangini-Biglia di Sacile nel 1997.

 

 

 

Leggi di più ↓ Leggi meno ↑

Mario De Luigi nel suo studio, 1968

Mario De Luigi nel suo studio, 1968

Galleria Tommaso Calabro
Corso Italia 47
20122 Milano

info@tommasocalabro.com
+39 0249696387

Carrello
Totale