Leonor Fini

Buenos Aires, 1907 – Parigi, 1996

Eleonora Fini nasce il 30 agosto 1907. Suo padre, Erminio Fini, viene da una famiglia del Sud d’Italia trasferitasi in Argentina. La madre di Leonor, Malvina Braun Dubich, nasce a Trieste da padre originario di Sarajevo e madre di origini slave e veneziane. Un anno dopo la nascita di Leonor, a causa del comportamento dispotico e adulterino del marito, Malvina ritorna a Trieste portando con sé la figlia. A seguito di alcuni tentativi di rapimento orchestrati da Erminio, Malvina inizia a vestire Leonor da maschio ogni volta che esce di casa. Leonor cresce con sua madre in un ambiente borghese e intellettualmente stimolante. Sin da bambina Leonor inizia a disegnare, e continuerà a farlo per tutta la vita. Due delle sue altre passioni più grandi hanno inizio in questo periodo: l’amore per i gatti – che parte dalla sua prima gattina, Cioci – e quello per il travestimento.

Negli anni Venti Leonor dipinge i suoi primi oli e i primi ritratti. Dopo aver stretto amicizia con l’artista metafisico Arturo Nathan, entra in contatto con l’opera dei romantici tedeschi e di Giorgio de Chirico. Nel 1928 suo zio Ernesto le finanzia un periodo di studio a Milano. Lì, Leonor stringe amicizia con de Chirico ed è invitata a esporre insieme al Gruppo Novecento. Incontra Mario Sironi e Carlo Carrà e studia con uno dei membri principali del gruppo, Achille Funi. Il lavoro di Funi è fonte d’ispirazione per una serie di ritratti dalle atmosfere neoclassiche e di reminiscenza rinascimentale.

Annoiata da Milano e dalla sua atmosfera fascista, Leonor fa un viaggio a Parigi. In città trascorre del tempo con de Chirico e suo fratello Alberto Savinio. Al suo rientro a Milano incontra un attraente principe italiano, Lorenzo Ercole Lanza del Vasto di Trabia. Diventano amanti e decidono di trasferirsi a Parigi. Nel 1932 i due si separano. Dopo aver visto le opere di Fini, Max Jacobs le segnala a Christian Dior, al tempo direttore della Galleria Bonjean, che dedica a Fini una mostra personale. A Parigi, Dior le presenta la stilista Elsa Schiaparelli, che le presta alcuni dei suoi abiti da indossare per farsi pubblicità. A una festa in giardino organizzata dallo stilista Jacques Heim, Fini incontra Max Ernst. I due diventano subito amanti, ma il rapporto si trasforma ben presto in una stretta amicizia. A Parigi, Fini è invitata a partecipare a tre mostre importanti:La Peinture italienne contemporaine al Musée du Luxembourg insieme a de Chirico, De Pisis, Carrà, Severini e Campigli, Commeils se voient, comme ils sont (self-portraits and photographs) alla Galerie Bonjean, e Portraits Contemporains alla Galerie de Paris. Nel 1935 Fini partecipa alla seconda mostra di disegni surrealisti alla Galerie les Quatre Chemins insieme a de Chirico, Dalì, Ernst, Mirò, Picasso e Tanguy. Attraverso il gallerista Julien Levy, Fini incontra Salvador Dali e Pablo Picasso. Fini si reca a New York per la prima importante mostra dedicata ai suoi lavori, organizzata alla Julien Levy Gallery. De Chirico scrive un panegirico che viene pubblicato nel catalogo.

Fini partecipa insieme a de Chirico, Ernst e altri surrealisti all’importante mostra Fantastic Art, Dada, Surrealism,che apre a dicembre al Museum of Modern Art di New York. L’amicizia con Elsa Schiaparelli permette a Fini di entrare nel mondo della moda. Illustra creazioni di Schiaparelli e di Belenciaga per Vogue e Harper’s Bazaar, disegna tappeti e carte da parati.

Nel 1938 Schiapparelli lancia il suo profumo Shocking con un flacone disegnato da Fini a forma di torso di manichino che omaggia la figura a clessidra dell’attrice hollywoodiana Mae West. Alla fine degli anni Trenta Fini organizza una mostra di mobili surrealisti alla neonata sede parigina della galleria di Leo Castelli.

Nel 1940, dopo che le truppe tedesche entrano a Parigi, Fini si trasferisce a Monte Carlo. La città è piena di persone abbienti che desiderano essere immortalate in un ritratto. Dal momento che deve guadagnarsi da vivere, la ritrattistica diventa per lei una pratica regolare. L’opera di FiniLa Bergère des sphinx viene esposta nella mostra inaugurale della galleria Art of this Century di Peggy Guggenheim, insieme a opere di Ernst, Magritte, Miró, Leonora Carrington, e altri surrealisti.

A Monte Carlo incontra Stanislao Lepri, il Console italiano nel Principato di Monaco e artista dilettante, che diventa suo amante. Lepri diventerà uno dei due grandi amori di Fini. Incoraggiato dalla sua amata, Lepri abbandonerà presto la carriera diplomatica per dedicarsi interamente alla pittura. Nel 1944 Lepri e Fini si trasferiscono a Roma in un appartamento in Via del Gesù, dove intrattengono ospiti come Anna Magnani, Mario Praz, Alberto Savinio, Fabrizio Clerici, Alberto Moravia e sua moglie Elsa Morante. Fini deve guadagnarsi da vivere e si dedica nuovamente alla ritrattistica. Nel 1945 incontra l’attraente e giovane conte Sforzino Sforza, che diventa suo amante. Leonor e Sforzino si trasferiscono a Parigi, dove vengono raggiunti da Lepri. Leonor si circonda di gatti esotici e decora le stanze con tessuti dai colori vivaci, ex voto, specchi veneziani in stile Rococò, insieme a radici, ossa e teschi presi all’Isola del Giglio. Nel suo appartamento tiene corte e organizza feste in maschera. La rinascita della vita mondana parigina le da l’opportunità di alimentare la sua passione per il travestimento. Nello stesso anno La Galerie Vendome di Parigi presenta una mostra di Fini. I critici, che parlano di un “nuovo Barocco”, di “resurrezione del Manierismo”, “realtà magica”, trovano affinità tra il lavoro di Fini e quello di Arcimboldo, Piero di Cosimo e Jan van Eyck. In seguito Fini ha una mostra personale a New York alla Hugo Gallery, allora gestita da Alexander Iolas.

Nel gennaio del 1952 lo scrittore polacco Constantin Jelenski (Kot) dà appuntamento a Fini di fronte a un quadro di Fabrizio Clerici (The MinotaureAccused by His Mother) alla Seconda Quadriennale d’Arte di Roma. L’attrazione tra i due è immediata: inizia il secondo grande amore di Leonor. Gelosissimo, Sforzino lascia l’entourage di Leonor, ma i due restarono amici. Kot si trasferisce permanentemente nell’appartamento di Leonor in Rue Payenne. Superata l’iniziale gelosia di Lepri, i tre stringono un’intensa amicizia destinata a durare tutta la vita. Alla fine degli anni Cinquanta la finitura liscia e minuziosa delle sue opere recenti lascia il posto a uno stile più ruvido e meno preciso, con superfici che paiono incrostate di gioielli di pura pittura. È l’inizio del cosiddetto “periodo minerale”, in parte ispirato dalle appassionanti escursioni sottomarine di Fini a Nonza.

Nel 1960 Fini espone ad Anversa, Bruxelles, Madrid, Torino, Parigi e ha una mostra personale alla galleria di Alexander Iolas a New York. Espone le sue opere anche alla Kaplan Gallery di Londra, con un testo in catalogo scritto da Max Ernst. In quegli anni nel lavoro di Fini inizia una trasformazione che dalla vicinanza al Surrealismo tipica degli anni Quaranta e dal periodo minerale va verso immagini più nitide, dipinte con colori accesi. Alla fine degli anni Sessanta, Fini incontra il giovane americano Richard Overstreet, con cui stringe una forte amicizia. Dopo la scomparsa di Fini, sarà lui a fondarne l’Archivio.

Leonor continua la sua serie di immagini legate alla vanità femminile. Espone a Gstad, Amburgo, Trieste, Colonia e Ginevra. È molto richiesta per interviste e riceve numerosi premi e riconoscimenti. Si dedica molto all’illustrazione di libri. Nella metà degli anni Settanta Fini pubblica la sua prima novella,Mormour, breve storia scritta a Nonza nel 1968. Entro la fine degli anni Settanta ne pubblica altre due, L’Onéiropompe, un racconto di sapore surrealista dedicato a un gatto che sogna e deve trovare la soluzione a un segreto, e Rogomelec.

Nel 1980 Lepri viene ricoverato in ospedale. Soffre di un tumore alla prostata che ha cercato di nascondere a Leonor. Muore a dicembre. Per Fini è una tragedia. Negli anni Ottanta vengono organizzate diverse retrospettive sull’opera di Fini, tra le quali quella al Musée du Luxembourg dell’amica gallerista Arlette Souhami. Nel 1987 Kot muore dopo una breve malattia improvvisa. È un colpo devastante per Leonor. Fatica a lavorare e dipinge pochissimo.

Nel 1990 con l’aiuto diArlette Souhami, Fini organizza una mostra dedicata all’opera di Lepri nel municipio del sesto arrondissement, a Place Saint-Sulpice a Parigi. Nella metà degli anni Novanta Fini è perseguitata dalla malattia. Muore il 18 gennaio 1996. I suoi necrologi la descrivono come una delle ultime rappresentanti della grande generazione prebellica di artisti parigini. Su sua richiesta, viene sepolta nel cimitero di Saint-Dyé-sur-Loire accanto a Lepri e Kot.

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Leonor Fini, Parigi, 1965. Courtesy Estate of Leonor Fini

"Furia italiana, scandalosa eleganza, capriccio e passione". – Max Ernst

Leonor Fini, Parigi, 1965. Courtesy Estate of Leonor Fini

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